domenica 7 dicembre 2008

Il Silenzio come Comunicazione

Dal blog intitolato Ti ascolto ho trivato una frase molto interessante: "In silenzio cerchiamo di capire cosa ci dice l'altro, cosa ci vuol comunicare oltre alle parole, attivando un'attenzione unitaria e impegnandoci a disattivare i nostri preconcetti e i nostri pregiudizi"
E' proprio attraverso il silenzio che noi riusciamo ad ascoltare, e attenzione non ho scritto sentire, ciò che dice l'altro. Ascoltare non solo per capire quello che una persona dice, ma per sentirla vicino. Perchè come tutti sappiamo anche stando in silenzio si comunica, non è solo la parola che ha questa caratteristica!!! :-)

giovedì 4 dicembre 2008

Le Posizioni Esistenziali

I bambini piccoli sono particolarmente aperti a tutti i tipi di influenze. Il tocco, nelle prime 6 settimane di vita, ed anche dopo in misura minore, rappresenta un elemento molto importante per creare nel bimbo un atteggiamento di sicurezza e fiducia. In seguito, con l'educazione, i bimbi vengono per così dire "programmati" e perdono in parte la loro sensibilità.

I bimbi sono molto aperti e percepiscono i messaggi relativi a loro stessi ed al loro valore nelle prime esperienze di vita che consistono nell'essere toccati od essere ignorati dagli altri. Assai presto imparano a guardare le espressioni dei volti ed a rispondere ad esse così come accade per il tocco ed i suoni.

Un bimbo che viene accarezzato ed a cui si parla dolcemente riceve perciò dei messaggi ben diversi di uno che viene ignorato o trattato malamente. Un bimbo che riceve pochi tocchi e poche attenzioni può, ad esempio, arrivare alla conclusione di essere una nullità e comunque qualcosa di non valido. Questo porterà in lui la sensazione di essere non a posto, in inglese NON OK.

Il bambino, quindi, sin dall'infanzia assume delle convinzioni su se stesso, sui genitori e la gente che lo circonda. Queste sono definite posizioni esistenziali e rappresentano gli atteggiamenti di fondo che una persona assume circa il valore essenziale che prcepisce in e negli altri.

Potenzialmente ogni bambino parte da una visione positiva di sé e dell'altro (io sono OK, tu sei Ok) e può modificarla a seconda delle situazioni di vita che si trova ad affrontare.

Carattere di una persona quando ha assunto una delle posizioni esistenziali:

1. Io non sono ok, tu sei ok: questa persona si sente inferiore agli altri e tenderà alla depressione; in effetti è ancora nella medesima posizione della sua primissima infanzia.
2. Io sono ok, tu non sei ok:. è la persona che biasima gli altri per le sue miserie. Questa posizione viene assunta dai bambini malmenati brutalmente che arrivano a concludere "Se mi lasciano solo sto benissimo, io non ho bisogno di nessuno, lasciatemi solo". Di solito questa posizione è sorretta da odio anche se ben celato; spesso ne fanno parte i delinquenti, i fanatici ed i criminali.
3. Io non sono ok, tu non sei ok: questa persona non ha alcun interesse nella vita, ne sono un esempio gli abulici. È la posizione assunta da coloro che non hanno avuto calore e attenzione nei primi mesi ed al loro posto hanno ricevuto rimproveri e percosse, magari anche dopo aver compiuto il secondo anno di età.
4. Io sono ok, tu sei ok: è la persona che si piace e che accetta gli altri come sono.


citazioni: www.viveremeglio.org/psicolog/anatran1.htm

Gli Stati dell'Io

Lo stato dell'Io è un sistema di pensieri ed emozioni che si traduce in una serie di comportamenti coerenti. Le persone mostrano tre insiemi di pensieri, emozioni, comportamenti che corrispondono a tre diversi stati dell'Io: Parentale -Genitoriale, Adulto e Bambino. Gli stati dell'Io non sono cose,ma categorie, etichette che usiamo per descrivere un insieme di fenomeni.

Io Genitore: comportamenti, pensieri, emozioni appresi, fatti propri dai genitori o figure parentali significative;
Io Adulto: comportamenti, pensieri, emozioni che sono una risposta diretta al "qui e ora", ciò che sto vivendo in questo momento;
Io Bambino:comportamenti, pensieri, emozioni che sono frutto delle esperienze vissute da bambino.

Modello funzionale: rappresenta i diversi stati dell'Io per mostrare come li utilizziamo nella relazione con l'altro.

L'Io Genitore è diviso: Io Genitore Normativo (GN) che ha funzioni normative, direttive, morali manifestate nei confronti di che ci circonda; e Io Genitore Affettivo (GA) che ha funzioni di contenimento, affetto, cura nei confronti di chi ci circonda.

Lo stato Adulto (A) non è suddiviso, si può attribuire ad A qualsiasi comportamento che sia risposta alla situazione qui ed ora.

L'Io Bambino è invece suddiviso in: Io Bambino Adattato (BA) che rappresenta l'insieme di comportamenti, pemsieri, emozioni che abbiamo messo in atto da bambino adeguanoci alle richieste dei genitori e che riproponiamo oggi nella realtà; e Io Bambino Libero (BL) che rappresenta l'insieme di comportamenti, emozioni , pensieri che abbiamo messo in atto durante l'infanzia e che non prestavano attenzione alle regole o ai limiti genitoriali.

Le origini

L'analisi transazionale è stata ideata da Eric Berne, psichiatra e psicoanalista, verso la fine degli anni '50 a San Francisco, California. Nel 1957 venne pubblicato uno dei suoi piu' famosi scritti: "Analisi Transazionale: un nuovo ed efficace metodo di terapia di gruppo". Dalla presentazione di questo scritto possiamo dire che l'Analisi Transazionale ha raggiunto nel corso degli anni la maturita' come disciplina e ha acquisito un'accettazione internazionale come approccio professionale. L'analisi transazionale (detta A.T.) offre una teoria sistematica della personalità e della dinamica sociale derivandola dall'esperienza clinica, dà origine a un metodo psicoterapeutico attivo e "razionale" e ad una teoria della comunicazione. L'A.T. si basa sull'analisi delle "transazioni", ossia, sull'osservazione delle manifestazioni esterne del rapporto sociale.